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Nel paesaggio che sogna

Un laboratorio letterario inserito nel suggestivo contesto del Parco Nazionale della Sila, da cui trarre ispirazione e da cui affinare l’arte della narrazione, il proprio talento espressivo, la propria capacità critica e osservativa.

Nel paesaggio che sogna è la nuova edizione della residenza di scrittura naturalistica promossa dal festival in collaborazione con MABOS – Museo d’Arte del Bosco della Sila.

Tre giorni, tre workshop mattutini e la possibilità di scrivere immersi in uno scenario unico. Leggi il bando completo e invia la tua candidatura.

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Calendario

Venerdì 22 agosto | 9:00-13:00

Riascoltare la storia
A cura di Maurizio Amendola

Ogni racconto è immerso in un paesaggio sonoro, anche quando non lo nomina. Rumori di fondo, suoni dominanti, segnali improvvisi o ritmi ripetuti: tutto contribuisce a costruire un mondo narrativo sensoriale e profondo, che agisce sotto la superficie delle parole. Questo laboratorio invita autori e autrici a rivedere un proprio racconto attraverso l’arte dell’ascolto. Durante il laboratorio esploreremo i suoni chiave, i segnali narrativi e i soundmarks che abitano – o potrebbero abitare – la storia da editare e riscrivere. Impareremo a distinguere ciò che sta in sottofondo da ciò che chiama l’attenzione, e a riconoscere quei suoni che definiscono il contesto, la geografia emotiva, la memoria collettiva del racconto. Alla fine del laboratorio, ogni racconto porterà con sé una nuova stratificazione percettiva: non solo visiva o emotiva, ma anche acustica, capace di riscrivere il ritmo e l’intensità della narrazione.

Maurizio Amendola è scrittore e sceneggiatore. Per 66th&2nd ha fatto parte dell’antologia di racconti Per rabbia o per amore e ha pubblicato il romanzo Il laureando. Finalista al Premio Solinas, collabora con diverse case di produzione in Italia e all’estero. Collabora come docente con la Scuola Holden e con altre scuole di narrazione.

Sabato 23 agosto | 9:00-13:00

Eppur si muove. Gli ingranaggi del racconto
A cura di Lorenza Stroppa

In quanti modi si può raccontare una storia? Trama e intreccio non sono la stessa cosa, posso collimare per caso, ma di solito lo scrittore fa una scelta consapevole nel decidere di raccontare la propria storia da quel punto di vista, da quel punto di partenza nella “cronologia” del testo. Raymond Queneau in Esercizi di stile ha raccontato una storia in 99 modi diversi; Cézanne ha cercato più volte di ritrarre la montagna di Sainte Victoire che, diceva, era difficile da restituire su tela perché “lo guardava”, quindi non era un oggetto, ma un soggetto vivo; Monet ha dipinto per oltre 30 volte la cattedrale di Rouen, in Normandia, sfruttando luci e momenti della giornata differenti. Lavoriamo assieme agli ingranaggi della nostra storia, giochiamo a montarla e smontarla assieme, valutiamo se farla cominciare o finire in un altro modo, se privilegiare un’altra voce narrante, se dilatarne una parte o restringerne un’altra, se aggiungere ritmo o farla rallentare oppure ancora se tagliare qualche ramo morto.

Lorenza Stroppa ha scritto di cultura su quotidiani e riviste. Tiene corsi di scrittura per ragazzi e adulti e lezioni di editing per la Scuola del Viaggio, l’Ass. Bottega Errante e l’Università di Udine; è docente di editoria turistica al Master in Editoria dell’Università Cattolica di Milano. Da più di vent’anni lavora come editor per la casa editrice Ediciclo. Ha tradotto diversi libri dal francese e dall’inglese, ha scritto (con Flavia Pecorari) la trilogia Dark Heaven, edita dal 2012 al 2014 da Sperling & Kupfer e uscita con lo pseudonimo Bianca Leoni Capello, La città portata dalle acque (Bottega Errante Editore, 2017), Da qualche parte starò fermo ad aspettare te (Mondadori, 2020),Cosa mi dice il mare (Bottega Errante Editore, 2022, vincitore del premio Marincovich e del premio Pagine d’aMare), La cassetta delle lettere per i cari estinti (Mondadori, 2025).

Domenica 24 agosto | 9:00-13:00

Gli strumenti del dialogo. Le tante voci del narrare
A cura di Peppe Millanta

Il dialogo è una delle parti fondamentali di una storia: aiuta a portarla avanti, a caratterizzare i personaggi, a calibrare colpi di scena e a svelare gli antefatti. Inoltre dà ritmo e cadenza all’incedere della narrazione. Il laboratorio vuole esplorare le potenzialità dialogiche che ci sono all’interno di ogni racconto, attraverso alcuni esercizi tesi a evidenziare come il parlato sia parte integrante della costruzione narrativa e non semplice trascrizione del reale. Lavoreremo su testi esistenti e su produzioni originali, sperimentando voci, pause, sottintesi e conflitti. Un’occasione per affinare l’ascolto, dare spessore ai personaggi e rendere più autentico e incisivo il proprio stile di scrittura.

Peppe Millanta è scrittore, sceneggiatore e divulgatore culturale. Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, dove si è specializzato in sceneggiatura e drammaturgia, ha esordito con il romanzo Vinpeel degli orizzonti (Neo Edizioni, 2018), che ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il Premio John Fante Opera Prima, ed è stato tradotto in Francia, Romani, Argentina e Cile. Ha poi pubblicato La rotta delle nuvole (Ediciclo, 2020) e Cronache da Dinterbild (Neo Edizioni, 2023). Nel 2025 ha pubblicato Il pescatore di stelle, albo illustrato pubblicato da Rizzoli. Parallelamente all’attività letteraria, scrive per il cinema e la televisione. È stato coautore della prima stagione della serie Rai Black Out – Vite sospese (Rai1), candidata ai Nastri d’Argento, e di Canonico 3 (TV2000). Cura vari format per Rai Abruzzo, tra cui QuotaMille e La macchina del tempo. Impegnato nella promozione culturale, ha fondato la Scuola Macondo – l’Officina delle Storie, una realtà formativa dedicata alla narrazione. È anche direttore artistico del festival SquiLibri e ideatore del Fiabosco, un parco narrativo situato nel cuore del Parco della Majella. Dal 2024 fa parte del consiglio d’amministrazione dell’Abruzzo Film Commission.