Durante l’Hyle Book Festival, un gesto collettivo ha trasformato i libri in ponti di speranza: i volumi donati sono stati consegnati all’Istituto Penale per i Minorenni di Catanzaro e all’Istituto Comprensivo di Taverna.
C’è un filo sottile che unisce i sogni, le parole e la cura. Durante l’edizione 2025 di Hyle Book Festival, questo filo ha preso forma concreta grazie all’iniziativa “Libri e sogni sospesi”, un progetto di solidarietà ispirato alla tradizione del caffè sospeso: chi ha partecipato al festival ha potuto “donare” un libro, lasciando dentro una dedica o una motivazione personale, destinandolo a chi vive in contesti in cui leggere è anche un modo per respirare libertà.
L’iniziativa aveva una finalità semplice e profonda: offrire, attraverso i libri, un gesto di vicinanza e di fiducia, ricordando che la cultura è il motore della conoscenza, strumento indispensabile di crescita e di riscatto.
I volumi raccolti sono stati donati all’Istituto Penale per i Minorenni di Catanzaro e all’Istituto Comprensivo di Taverna.
Tra le pagine di quei libri sono rimaste parole che raccontano il senso più autentico dell’iniziativa:
c’è chi ha donato un volume “per attraversare la propria linea d’ombra”, chi ha scelto una storia “per offrire speranza, perché dopo i momenti bui nascono sempre fiordalisi”, chi ha scritto “che possa essere fonte di ispirazione per un nuovo futuro”, e chi ha augurato “di ritrovare la bussola, di guardare di nuovo le stelle nella notte”.
C’è anche chi ha ricordato “che la diversità è il bello delle persone: uniche, speciali, capaci di sognare in modi diversi”, e chi ha invitato a “rinascere e ritrovare se stessi attraverso la natura e le parole”.
Ogni dedica è un piccolo seme. Un segno di empatia. Ma è anche un atto di fiducia: nel potere delle parole di arrivare dove spesso non arrivano le mani, nel tempo lento che la lettura richiede, nel coraggio di mettersi nei panni dell’altro.

Con Libri e sogni sospesi, Hyle Book Festival ha scelto di trasformare un gesto semplice — regalare un libro — in un gesto generativo, capace di attraversare luoghi e vite diverse. In quelle pagine non c’è solo una storia da leggere, ma una mano tesa, un invito al dialogo, una possibilità di riconoscersi.
Donare un libro significa immaginare che qualcuno, aprendo quelle stesse pagine, possa trovare un frammento di sé, una parola capace di consolare o di aprire nuovi orizzonti. Significa affermare che la cultura non è privilegio ma partecipazione, che la conoscenza può diventare una forma concreta di solidarietà.
In questo senso, Libri e sogni sospesi non è soltanto un’iniziativa solidale, ma un modo di fare comunità attraverso la lettura — di unire voci, esperienze e sensibilità diverse in un racconto collettivo che continua a crescere, pagina dopo pagina, immaginario dopo immaginario, sogno dopo sogno.

