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Dal 22 al 24 agosto nella Sila Piccola, la letteratura diventa cammino, incontro, musica, respiro collettivo

Nel cuore verde della Calabria, tra i pini della Sila e le storie che fluttuano nell’aria, il sogno continua immenso. È questo il messaggio che guida la quinta edizione dell’Hyle Book Festival, in programma dal 22 al 24 agosto 2025 a Villaggio Mancuso, presso il Centro Visita “A. Garcea” di Taverna (CZ). Non è solo un festival. È un’esperienza. Un invito gentile ma deciso a fermarsi, ascoltare, condividere, ricordare, e, soprattutto, sognare.

Venerdì 22 agosto si apre con delle parole che iniziano a camminare, e tutto prende vita. Da Piazzetta Unicef parte la prima delle passeggiate letterarie nei boschi, un rituale poetico in cui letture ad alta voce e natura si intrecciano passo dopo passo. Benedetta Zema e Marcello Gallo leggono i loro testi, ma ogni partecipante può portare il proprio libro preferito e condividere un pensiero, un frammento, un sogno. E mentre si legge, si raccoglie la plastica: un gesto semplice ma potente, in collaborazione con Plastic Free, per dire che sognare un mondo diverso significa anche costruirlo, pezzo dopo pezzo.

Nel frattempo, poco distante, sull’erba dell’Hyle Garden, nonni e bambini si ritrovano sotto un albero con l’Associazione Le Scimmiette. Con il libro “Il sogno di Fara” di Benedetta Zema tra le mani, si ascoltano storie e si crea insieme, come si faceva una volta, quando il tempo aveva un altro ritmo. E a mezzogiorno, chi ha un sogno nel cassetto può confidarlo a Elena Biondo, psicologa e libroterapeuta, che lo tradurrà in una cura fatta di pagine: un libro consigliato, come una vitamina per l’anima.

Il pomeriggio apre le porte all’immaginazione più audace: con i visori 3D, grazie all’evento “L’immaginario visibile” e la collaborazione con Parrotsss Studio, i visitatori entrano letteralmente dentro un libro. Ma non finisce qui. Alle 17:00 si racconta di comunità sospese, di borghi calabresi che esistono al confine tra ieri e domani. Lo scrittore Mario Amelio torna a vivere nei suoi personaggi, nei suoi intrecci di nostalgia e identità. Subito dopo, arriva Carmine Abate, autore che della Calabria e del suo respiro ha fatto letteratura: con “L’olivo bianco” ci ricorda che la memoria è una radice viva, che sa generare frutti anche tra i rovi. E quando cala la notte, sotto le stelle del Teatro Verde, la musica prende il posto delle parole. I Radiodervish salgono sul palco con il loro “Sogno Mediterraneo”, un concerto che è un ponte tra culture, lingue, memorie e lotte. Portate un cuscino, vi servirà per sdraiarvi tra i pini e lasciarvi attraversare dalla bellezza.

Sabato 23 agosto, nuovo giorno, nuovo cammino. Di nuovo in cammino tra gli alberi, ma questa volta con i Carabinieri della Biodiversità, custodi silenziosi del bosco. Le poesie di Lucia Bonacci e Salvatore Mannella risuonano tra le fronde, e ogni partecipante porta con sé una storia da condividere. I bambini, invece, si ritrovano tra letture animate e laboratori: sboccia “Il prato fiorito” con l’Associazione Open Space, ispirato a “Il giardiniere dei sogni“, tra cerchi colorati, musica e fantasia. A mezzogiorno, torna la “farmacia dei sogni” con Elena Biondo. E poi, alle 17:00, si va nel bosco bendati. Avete letto bene: il pubblico viene guidato dentro il “Teatro Bosco Fosco” di Tiziano Fratus, per ascoltare con tutti i sensi, tranne la vista. Parole, silenzi, vento, storie. Un’esperienza unica, da portare a casa come un tatuaggio invisibile.

Alle 18:30, il romanzo “La cassetta delle lettere per i cari estinti” di Lorenza Stroppa ci accompagna in un dialogo dolce e ironico su ciò che resta dopo una perdita. E poi, alle 21:15, si parte per l’Alaska. Non fisicamente, ma con il documentario “Sogni di Grande Nord” di Paolo Cognetti: un viaggio reale e simbolico, tra amicizia, scrittura e silenzi bianchi e la grande letteratura americana. Come ogni sera, tra i pini, sotto le stelle.

Domenica 24 agosto, ultimo giorno, ma la magia non rallenta. Alle 10:00, tra i rami dell’Hyle Garden, nasce “Sognando la pace”, uno spettacolo poetico e giocoso di Company Aiello in cui i bambini costruiscono alberi di pace camminanti con materiali di scarto, trasformando il gioco in rito collettivo. Alle 11:00, le voci della Calabria prendono il sopravvento: il Teatro del Carro conduce il pubblico in un viaggio dentro parole antiche e visionarie di autori come Alvaro, Argiroffi, Costabile e Rèpaci. Alle 17:00, Peppe Millanta ci invita a credere ancora nei desideri, nei cieli da attraversare con lo sguardo, e a ritrovare le stelle anche nei giorni ordinari. Alle 18:30, è il momento della lectio magistralis di Massimo Polidoro dedicata a Piero Angela: un’eredità di pensiero, di metodo e di stupore, da ascoltare e tenere stretta. E quando arriva la notte, si chiude con una voce che non c’è più, ma che vibra ancora forte: “Accabadora”, tratto dal romanzo di Michela Murgia, diventa concerto narrativo con la Casa di Suoni e Racconti. Tra parole, suoni e immagini, ci accompagna nel mistero della fine e nella possibilità di un nuovo inizio.

Intorno a tutto questo, per tre giorni, librerie itineranti, mostre di copertine immaginarie, installazioni immersive e iniziative di dono come “Libri e sogni sospesi”, perché ogni storia, se condivisa, può cambiare il mondo.

Perché sognare non è evasione, non è rifugio, non è lusso per pochi. Sognare è un rito collettivo, partecipativo, necessario. È un atto di fiducia nella parola, nel tempo condiviso, nella possibilità di trasformare lo sguardo. È la voce che pronuncia il futuro al presente, come se esistesse già.

All’Hyle Book Festival non immaginiamo il domani: lo abitiamo insieme, camminando tra le pagine, tra gli alberi, tra le storie. E ci diciamo che sì, un altro modo di stare al mondo è ancora possibile — basta raccontarlo, basta crederci, basta esserci. Ci vediamo qui!

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Illustrazione di Lavinia Fagiuoli dal libro Il pescatore di stelle (Rizzoli) di Peppe Millanta

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