
Con Falzea Editore ha pubblicato le narrative per la scuola “Il sogno di Fara” (2022), “L’estate in cui un alieno piombò in piscina” (2023) e, nel 2024, “Finché le nostre anime danzeranno”.
Incontra i ragazzi delle scuole per parlare di diritti umani, parità di genere e tutela dell’ambiente.





Riconoscibili grazie agli inconfondibili intrecci sonori disegnati dall’incontro della melodia con testi che affondano le radici sia nella tradizione araba che nella musica d’autore italiana, i Radiodervish sono stati ospiti dei più importanti palcoscenici italiani (Premio Tenco, Festival di Villa Arconati a Milano, Primo Maggio, Arezzo Wave, La Notte della Taranta, Mantova Musica Festival, Auditorium Parco della Musica, Blue Note di Milano, Palazzo delle Esposizioni di Roma e Salone internazionale del libro di Torino) e internazionali (Beirut, Bruxelles, Atene, Betlemme nella VII edizione del Concerto per la Vita e per la Pace, Tel Aviv e Parigi al prestigioso Théatre de l’Olympia).






Dal 2015 fa parte della compagnia la musicista Rachel Icenogle. Lei compone e suona dal vivo colonne sonore per spettacoli e performance artistiche. Inoltre la compagnia è certificata per lavorare con marionette in terapie riabilitative ed in situazioni di disagio sociale. Le esperienze più emozionanti e gratificanti in questi venti anni di attività, ci racconta Angelo, “…sono state il lavoro con le associazioni di volontariato, centri diurni, cooperative sociali e case famiglia. L’arte a servizio del pubblico come mezzo di riabilitazione fisica o conoscenza intellettuale può accelerare il cambiamento collettivo e curativo di una collettività

Finalità primaria è la valorizzazione di autori di nascita o di adozione calabresi, attraverso la rappresentazione teatrale dei loro testi, ovvero attraverso la poesia, il racconto, il romanzo, il diario, l’intervista, la testimonianza e quant’altro per meglio divulgarli, e raccontare inoltre accadimenti verificatisi in Calabria, per meglio comprendere la crescita civile e morale di un popolo, monitorandoli con micro-storie di gente comune fatte di piccole abitudini, di gioie o di amarezze quotidiane, di sentimenti graffiati a volte minimizzati se non del tutto trascurati; e macro-storie per più roboanti eventi di epoche passate che hanno contribuito a segnare fatalmente le vicende e il destino di questa terra.
La Compagnia Teatro del Carro ha voluto, insomma, che la matrice dei propri programmi culturali fosse continuamente fonte di memoria storica, pianificata e divulgata fra dramma e commedia, per divenire bagaglio di conoscenza e tradizione per le giovani generazioni.
Programma ambizioso per cui “il Carro” si fa continuamente testimonial di una terra difficile e ostica che deve riappropriarsi di una cultura che per secoli le è appartenuta e alla quale la società migliore non intende assolutamente rinunciare.
Selezione severa, dunque, dei testi nell’interesse di una politica culturale d’appartenenza etnica, storica e linguistica, quest’ultima intesa come idioma, lingua madre e non come vernacolo tout court.
E anche di questo interesse-dovere si fanno carico i responsabili artistici dell’Associazione Culturale, analizzandone il profilo essenziale e tentando, attraverso le finalità già evidenziate, di non far sparire del tutto la tanto appellata e pur tuttavia trascurata “identità”.



insegnante di musica per bambini, in casa) e visioni (padre economo della Biblioteca Vaticana).
Dopo sette anni trascorsi a Berlino vivo dal 2018 in Toscana, terra di miei avi. Fotografo dal
2005, focalizzandomi sul ritratto del patrimonio culturale e naturalistico; sulle e sotto le ali di
Romanticismo, Mistero e Contemplazione. Autore di videopoesie e composizioni musicali, ho
ricevuto riconoscimenti in concorsi nazionali ed esteri e collaborato con la Rai (documentari
per La storia siamo noi). Creo Incipitojo nel 2019.